Un appello firmato dai presidenti delle 26 Corti di appello del Paese in cui si esprime grande preoccupazione sulla possibilità di attribuire alle stesse corti la competenza per i provvedimenti di convalida in materia di immigrazione e richieste di asilo. La riforma costituirà “un disastro annunciato”, scrivono i firmatari. E non solo: “renderà irrealizzabili gli obiettivi del Pnrr e determinerà un’ulteriore recrudescenza dei tempi e dell’arretrato dei processi”. Nel documento si sottolinea come proprio il ministero della Giustizia abbia, meno di due anni fa, “rafforzato le sezioni specializzate di primo grado, con incremento di organici e risorse, proprio per far fronte alle crescenti difficoltà del contenzioso in materia di asilo e di protezione internazionale”. Le ipotesi di modifica della competenza dalle sezioni specializzate alle Corti di appello sarebbero fatte “in via di urgenza, ad organici invariati e senza risorse aggiuntive”. Il documento è stato inviato al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Senato e Camera, alla Presidente del Consiglio, ai ministri della Giustizia e dell’Economia, al vicepresidente del Csm e all’Associazione nazionale magistrati. Missiva che si conclude dunque con l’auspicio che il Parlamento eviti “simili gravi esiti”.
La preoccupazione dei presidenti di Corte d’appello nasce da modifiche introdotte dalla maggioranza in sede di conversione dei decreti-legge n. 145 e 158 del 2024, nella parte in cui si prevede la reintroduzione del reclamo in Corte di appello contro i provvedimenti in materia di protezione internazionale, con la proposta, di attribuire a queste ultime la competenza per i provvedimenti di convalida dei trattenimenti dei richiedenti asilo.
Non condivide il ministro Carlo Nordio che non vede rischi di sovraccarico di lavoro e assicura: “l’emendamento che affida alle Corti d’appello la competenza sulla convalida del trattenimento dei richiedenti asilo rappresenta un arricchimento di giurisdizione”. “Le Corti d’appello per definizione sono composte da giudici più anziani e presumibilmente ancora più garantisti di tutti gli altri giudicanti di merito”. A replicare per l’Anm è il segretario generale Salvatore Casciaro: “Strano si faccia appello da parte del ministro Nordio al garantismo quando proprio le decisioni garantiste, di rinvio pregiudiziale per dubbio sulla compatibilità con la disciplina Ue delle sezioni specializzate immigrazione, sono state aspramente contestate da esponenti politici”.
Per Casciaro “meglio dire le cose come stanno e cioè che non è il garantismo la molla per procedere al sovvertimento delle competenze in materia ma l’inconfessabile auspicio di un cambio di giurisprudenza, ciò non è in linea col principio di separazione dei poteri e con il rispetto della giurisdizione, pur declamato a parole”.