La commissione si ferma, il ddl Nordio in aula il 18 giugno

Una forzatura silenziosa. La commissione Affari costituzionali del Senato ha interrotto l’esame del disegno di legge Nordio sulla separazione delle carriere. Non perché ha ultimato la discussione degli emendamenti, ma perché ha deciso che non avrebbe fatto in tempo a concluderne la votazione.

Il risultato è che si arriverà alla discussione nell’aula di Palazzo Madama avendo votato solo una manciata di proposte emendative. Alcune di queste sono peraltro state scavalcate dall’uso del cosiddetto ‘canguro’, autorizzato dalla Giunta per il regolamento del Senato, presieduta dallo stesso Ignazio La Russa.

Uno strappo netto sui tempi. E soprattutto sulla discussione rispetto a un provvedimento che riscrive una parte importante della Carta costituzionale. Ieri sera in commissione l’ultimo atto. Alle 19.10 si riunisce l’organismo guidato da Alberto Balboni, che del disegno di legge costituzionale è anche relatore. Appena una mezz’ora di discussione. Poi il voto sull’emendamento 3.150, a prima firma Tajani. Non il vicepremier e leader di Forza Italia, ma la senatrice del Pd Cristina. Una delle tante proposte dell’opposizione, che vuole abrogare alcuni aspetti dell’articolato governativo. L’emendamento è bocciato. Sono le 19.45.

E arriva la decisione. “Sulla base dell’andamento dei lavori e alla luce del calendario dell’Assemblea, si è preso atto all’unanimità dell’impossibilità di concludere l’esame del provvedimento con il conferimento del mandato al relatore”, si legge sul sito del Senato.

Così il presidente Balboni decide di revocare la convocazione della seduta odierna. Ci si sposta in Aula. Dove le possibilità di discutere e modificare il disegno di legge sembrano davvero basse. Appuntamento al 18 giugno.