Il nuovo numero dedicato alla violenza di genere

Copertina del numero 1/2024 con l'opera Venere di Fabio Ingrassia. Una donna accovacciata
In copertina "Venere", un'opera di Fabio Ingrassia.

Editoriale del n. 1/2024 de La Magistratura
di Cecilia Bernardo, direttrice della rivista

L’impegno che avevamo preso nell’introdurre il precedente fascicolo era quello di costruire un numero dedicato alla violenza di genere. Lo abbiamo mantenuto raccogliendo riflessioni e contributi che serviranno ad approfondire il dibattito su un argomento su
cui va tenuta alta l’attenzione. Un’attenzione diffusa. Sotto il profilo della dottrina e dalla giurisprudenza. Sotto il profilo sociale. In definitiva, sotto il profilo culturale che raccoglie e pone a sistema tutti gli altri.

Un impegno che idealmente si ricollega ai contenuti dell’ultimo Congresso dell’Associazione nazionale magistrati. Un congresso che ha visto una partecipazione ampia, entusiasta, consapevole, soprattutto di giovani colleghi. Dopo la giornata inaugurale in cui ci ha onorato della sua presenza il Capo dello Stato, abbiamo ospitato cariche istituzionali, il mondo dell’accademia, politica, società civile sollecitando un dibattito mai autoreferenziale, ma aperto. Proprio la volontà di rivolgere lo sguardo alla società nel suo complesso ci ha suggerito di incentrare il congresso sui temi dell’imparzialità e dell’interpretazione. Aspetti che toccano il quotidiano impegno di ogni magistrato, ma costituiscono anche il ponte ideale che congiunge il nostro lavoro con le aspettative dei cittadini. Sempre tenendo lo sguardo proteso in avanti, parlando di intelligenza artificiale che costituirà la grande tematica del futuro e dovrà essere governata con molta attenzione se non si vuole che, invece di costituire un ottimo supporto al mestiere di giudice, si “appropri” anche della funzione giurisdizionale. Serve quindi sempre guardare alla società, dialogare e comprendere.

Sulla violenza di genere c’è ancora tanto da fare, e noi possiamo fornire un contributo prezioso anche con il lavoro quotidiano che svolgiamo. Abbiamo voluto ricordarlo ospitando, proprio nella sede congressuale, un’opera d’arte del giovane artista Fabio Ingrassia. Un’immagine forte, che colpisce allo stomaco. Una donna immobilizzata con il nastro isolante che le blocca il busto e le caviglie. Una donna che nasconde il proprio volto. Immobile. Racconta la storia di tante donne immobilizzare dalla paura, che cercano il proprio spazio nella società, con grande fatica e, spesso, con sofferenza. Racconta quello che purtroppo accade in contesti disparati e in tutto il nostro Paese, come, purtroppo, traspare, troppo spesso con una frequenza inaudita, dalle cronache. Dar voce a un dibattito su questo tema era esattamente il punto di partenza di cui ho parlato nel mio precedente editoriale. Non vuole essere soltanto un omaggio alle vittime, ma un contributo alla discussione pubblica affinché si intraprenda un virtuoso cammino verso l’eliminazione di tale triste fenomeno.

È per questo che abbiamo voluto ospitare in questo numero una riflessione di Giorgia Fattinnanzi, membro del Comitato pari opportunità del Csm, ma anche responsabile del contrasto alla violenza di genere della Cgil. Uno sguardo diverso, il suo, e per questo prezioso. Ma non solo. Compaiono diversi contributi scientifici qualificati che approfondiscono aspetti nodali del contrasto alla violenza di genere, analizzati con rigore e sguardo critico. Lilli Arbore ci consegna un’analisi di una recente pronuncia della Corte di cassazione con una riflessione sul mondo del lavoro e delle discriminazioni. Roberta D’Onofrio tocca il tema del Codice Rosso e della tutela della vulnerabilità. Ilaria Perinu mette a fuoco le delibere del Csm, messe in campo per migliorare le risposta di giustizia sull’intero fronte della violenza di genere. Veronica Rizzaro fa un punto sull’evoluzione giurisprudenziale in merito agli elementi strutturali del delitto di violenza sessuale. Angelo Salerno pone l’accento sulla fattispecie dei maltrattamenti contro familiari e conviventi.
Tutti aspetti significativi per il dibattito scientifico e non solo. Concludono il numero i contributi di Marco Martone e Riccardo Pivetti. Il primo sull’interdittiva antimafia, il secondo sulla durata ragionevole del processo. Un numero ricco e pieno di stimoli. Buona lettura.

Consulta il numero 1/2024 de La Magistratura.