Non scioperiamo per protestare, ma per essere ascoltati

Roma 30/04/2022 Aula Magna della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino Angelicum, Assemblea Generale dell'Associazione Nazionale Magistrati Nella foto: il Presidente dell'ANM Giuseppe Santalucia (ROMA - 2022-04-30, FABIO CIMAGLIA) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Pubblichiamo di seguito la mozione approvata dall’Assemblea generale straordinaria dell’Anm, con 1.081 voti favorevoli, 169 contrari e 13 astenuti, del 30 aprile 2022.

La Magistratura tutta, che si riconosce nell’A.N.M., vuole denunciare pubblicamente che la riforma in discussione al Parlamento non accorcerà di un giorno la durata dei processi, ma cambierà radicalmente la figura del magistrato, in contrasto con quello che prevede la Costituzione.

IL PAESE HA BISOGNO di recuperare fiducia nella magistratura, ma per ottenere ciò serve una riforma che attui veramente l’art. 107 della Costituzione, secondo il quale i magistrati si distinguono fra loro soltanto per le funzioni e che affermi chiaramente che non devono esistere carriere in magistratura. Invece questa riforma, continuando l’opera intrapresa dalla riforma Castelli-Mastella, rende gerarchicamente ordinati anche gli uffici giudicanti, crea una magistratura alta e una bassa, e aumenterà quell’ansia di carriera che tanto danno ha già fatto, e continuerà a fare.

IL PAESE HA BISOGNO di magistrati che vengano valutati per la qualità del loro lavoro, e non soltanto per la quantità; di magistrati che si concentrino solo sulle decisioni che devono prendere, non sugli adempimenti burocratici e nemmeno sulle loro carriere; di magistrati liberi di giudicare serenamente, seguendo solo la loro coscienza, non di giudici impauriti delle ripercussioni personali delle loro decisioni.

IL PAESE HA BISOGNO di pubblici ministeri che ragionino come giudici, aperti al dubbio sull’innocenza dell’indagato, che valutino le prove con lo stesso atteggiamento di terzietà del giudice. Non ha bisogno di avvocati dell’accusa. Non ha bisogno di pubblici ministeri che sentono una condanna come una vittoria e un’assoluzione come una sconfitta, ma di pubblici ministeri che cercano la verità con fatica e umiltà, insieme a tutti gli altri protagonisti del processo.

IL PAESE HA BISOGNO di un impiego più efficiente delle risorse della magistratura, che devono essere distribuite meglio sul territorio, per garantire la risposta giudiziaria là dove ve ne è veramente l’esigenza, e occorre destinare le risorse ad accertare e punire i fatti veramente gravi.

IL PAESE HA BISOGNO di dirigenti degli uffici giudiziari autorevoli, che con la loro esperienza e saggezza aiutino i magistrati più giovani a svolgere nel modo migliore la loro funzione, non di capi autoritari, interessati solo a ottenere più numeri. Il magistrato deve essere e sentirsi indipendente non soltanto da influenze esterne, ma anche nei rapporti all’interno degli uffici giudiziari.

IL PAESE HA BISOGNO di magistrati che dialoghino con gli avvocati in modo sereno e costruttivo, che si sentano tutti insieme protagonisti in modo paritario del servizio che rendono alla collettività, ciascuno nell’ambito del suo ruolo, non di categorie che si confrontino sulla base rapporti di forza contrapposti.

Riteniamo che, così come oggi è formulata, la riforma pone dei concreti problemi di compatibilità con il quadro normativo di riferimento sovranazionale e anche per tale ragione ci vediamo costretti ad adottare le necessarie iniziative di tutela.

Proponiamo quindi che l’ANM prosegua nello stato di agitazione e nei giorni che precedono la giornata di astensione:

  • individui alcuni luoghi simbolici del territorio nazionali, collegati alla giurisdizione
  • organizzi, in collaborazione con gli ordini forensi, i rappresentanti del personale amministrativo, una manifestazione pubblica, invitando alla stessa tutti i cittadini e gli amministratori locali;
  • curi la lettura pubblica, nei medesimi luoghi, di provvedimenti innovativi, che hanno dato l’avvio ai mutamenti giurisprudenziali su temi sensibili, legati alla tutela dei diritti, al riconoscimento di situazioni degna di tutela, definito e individuato le responsabilità per i delitti che hanno segnato la storia dell’Italia repubblicana;
  • predisponga nel più breve tempo possibile, anche tramite le commissioni di studio, brevi schede informative che spieghino i punti rilevanti della riforma e le conseguenze dannose per i cittadini e la giurisdizione;
  • inviti tutte le sezioni e sottosezioni dell’ANM a organizzare assemblee permanenti, nelle quali ogni magistrato disponibile spiegherà i contenuti della riforma a piccoli gruppi di cittadini, instaurando con gli stessi un dialogo diretto.

Per questo proponiamo anche, in parallelo, che venga organizzata una giornata di studio confronto e dibattito.

  • In questa giornata, coinvolgendo gli stessi attori (cittadini, avvocati, personale amministrativo, rappresentanti sindacali, amministratori locali), la magistratura associata si interrogherà sulle cadute etiche e sulla crisi di consenso che ne è derivata, e ascolterà le critiche, le proposte, le indicazioni, perché si possa restituire alla giurisdizione l’autorevolezza che le è propria.

Non scioperiamo per protestare, ma per essere ascoltati, non scioperiamo contro le riforme, ma per far comprendere, dal nostro punto di vista, di quali riforme della magistratura il Paese ha veramente bisogno.

Per questa idea di Paese ci troviamo costretti a scioperare, per questa idea della Magistratura, che non è solo nostra, ma è quella contenuta nella nostra splendida Costituzione.

Proponiamo, pertanto, all’assemblea di proclamare una giornata di astensione, delegando la G.E.C. ad individuare tempestivamente la data e le concrete modalità organizzative, tenendo conto dello sviluppo dei lavori parlamentari in corso.

Proponiamo che, ferme restando le ulteriori forme di proteste già deliberate dal C.D.C., durante tale giornata vengano celebrate assemblee aperte a tutti i rappresentanti delle istituzioni e ai cittadini, dove si dia lettura della presente mozione o di un documento dai contenuti analoghi, e che tale documento venga pubblicato su tutte le piattaforme di comunicazione telematiche.

Deleghiamo il cdc, qualora non vi fossero modifiche idonee ad elidere le criticità del progetto di riforma, a prevedere tempestivamente nuove forme di protesta, non esclusa l’astensione.