Carceri, a Secondigliano le toghe cucite dai detenuti per i giovani magistrati

A Treviso la colletta dei neomagistrati per l’istituto minorile.

Solo pochi giorni fa l’appello di Mattarella, l’ennesimo, perchè il sovraffollamento e le condizioni delle carceri italiane, siano affrontate per quello che sono: un’emergenza sociale. Eppure anche questa volta, oltre le risposte di rito del governo e del Parlamento, il dibattito pubblico resta ancorato su altro. In questo quadro immobile, reso ancora più insopportabile dal caldo torrido che rende invivibili le celle, anche piccoli gesti fanno la differenza. Come quello di un gruppo di magistrati ordinari in tirocinio di Napoli, che hanno deciso di ordinare le loro prime toghe alla sartoria del carcere di Secondigliano. Sono diverse le realtà di questo tipo che forniscono abbigliamento per il settore giustizia, tra le più note la sartoria forense di San Vittore, gestita dalla cooperativa Alice, che si occupa di reinserimento sociale. Ma che a Secondigliano lo abbiamo fatto dei giovani che debuttano in magistratura assume un significato particolarmente simbolico.

E ancora i neo magistrati sono stati negli ultimi giorni protagonisti di un’altra iniziativa, organizzando a Treviso una colletta a sostegno dei detenuti dell’Istituto per minori costretti a dormire sui materassi per terra. La raccolta è stata portata avanti da un gruppo di giovani che a partire dal mese di aprile ha iniziato il tirocinio in magistratura proprio entrando in contatto con la realtà di diverse case circondariali, Venezia e Padova e appunto l’istituto per minori che ha sede a Treviso, tra i più sovraffollati d’Italia.

Non c’è solo il tema delle condizioni insostenibili delle case circondariali, ma quello più ampio del recupero di chi sconta la pena. E con l’estate tornano una serie di attività organizzate dalle associazioni che operano sul campo, in collaborazione con le direzioni penitenziarie e i magistrati di sorveglianza.

A Bari un gruppo di detenuti di alta sicurezza ha portato in scena Shakespeare, con un adattamento dal titolo “Crowns and clowns ovvero la vaga lusinga del potere”. Lo spettacolo è stata organizzato dalla delegazione locale dell’associazione “Il Carcere Possibile Onlus” in collaborazione con l’associazione culturale Kabeiros Teatro e la direzione della casa circondariale di Bari. A Spoleto nell’ambito del festival dei due mondi nella casa circondariale di Maiano è andato in scena lo spettacolo “Senza Titolo”, omaggio al futurismo, ideato e diretto da Giorgio Flamini e nato da una scrittura condivisa con i detenuti che per l’occasione si sono trasformati in attori, musicisti, danzatori e tecnici.

In entrambi i casi, a Bari e a Spoleto, in platea c’erano diversi magistrati. A conferma dell’attenzione che sia la magistratura di sorveglianza ma anche quella di cognizione hanno per le iniziative che portano il carcere a funzionare. Perché come ha ricordato il presidente Mattarella “i luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato”.