Occorre un profondo rinnovamento della giustizia e della sua organizzazione

La giustizia italiana e con essa quella del distretto sardo, si trovano ad affrontare una stagione, che per certi versi si preannuncia epocale e resa possibile dalle risorse rese disponibili dal Pnrr, di riforme e di innovazioni, la principale delle quali è, allo stato, quella dell’Ufficio per il Processo.
I magistrati italiani e con essi quelli del distretto della Sardegna, sono, come sempre, pronti a fare la loro parte per contribuire a realizzare quegli obiettivi di efficientamento della Giustizia che l’Europa ci chiede e che sono fondamentali per il recupero di competitività per tutto il Paese.
Ma occorre aver chiaro che il problema della giustizia italiana, come di quella sarda, non è quello della produttività dei magistrati, che le classifiche Cepej ormai da molti anni indicano tra i più produttivi in Europa. Il problema è nell’organizzazione, nella mancanza di investimenti degli ultimi decenni e nella scarsità di risorse, ad iniziare dal personale di magistratura e del personale amministrativo. Occorre, quindi, un profondo rinnovamento della giustizia e della sua organizzazione.

Il progetto dell’Ufficio per il processo sembra andare in questa direzione e tuttavia noi non possiamo non esprimere le nostre preoccupazioni.
Anzitutto, per le gravi scoperture del personale giudiziario, con carenze che toccano in certi uffici della Sardegna percentuali tali da rendere ormai difficilissimo assicurare gli stessi servizi; poi del personale di magistratura, che anche in Sardegna conosce scoperture mai toccate in precedenza.
Viva è, poi la nostra preoccupazione, per le possibili ricadute sugli uffici giudiziari del distretto Sardegna delle recenti riforme approvate, specialmente in tema di giustizia penale e di improcedibilità in appello: ne monitoreremo attentamente l’evoluzione. E’ forte la preoccupazione per la recente riforma, laddove ci sembra che non abbia tenuto adeguatamente conto delle capacità dei vari Uffici, e laddove ci pare che la sua applicazione si possa tradurre nel distretto sardo in una mancanza di risposta da parte dello Stato di fronte a episodi criminali anche gravi, a discapito della sicurezza dei cittadini, delle comunità e delle stesse Istituzioni.
E’ in questi giorni in discussione nell’agenda politica il tema dell’insularità in Costituzione. E’ una questione che non ci vede estranei.
Il recente accoglimento da parte dell’aula del Senato del principio per cui “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità” è una notizia che salutiamo con grande apprezzamento e favore, augurandoci che la stessa venga approvata in via definitiva in tempi brevi.
Al contempo chiediamo che tale principio venga declinato anche nelle decisioni in tema di dotazioni organiche e di distribuzioni degli uffici del distretto. Già in passato le Giunte che ci hanno preceduto avevano sollevato tale problema sottolineando le peculiarità della nostra geografica giudiziaria. I due tribunali più grandi, Cagliari e Sassari, sono gravati da pendenze difficilmente fronteggiabili con le attuali dotazioni organiche. I Tribunali più piccoli al di là dell’organico ufficialmente previsto sono soggetti ciclicamente a gravi carenze di organico giacché tali ruoli vengono coperti ordinariamente da magistrati di prima nomina che, conquistata la legittimazione, aspirano, come è normale, a rientrare nelle città di provenienza. Tale situazione richiede un surplus di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Consiglio Superiore della Magistratura, di cui l’ANM Sardegna ribadisce la necessità e l’importanza, giacché l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge non
può esistere se non vi è parità di tutti non solo nella astratta parità di accesso alla domanda di giustizia ma soprattutto nella concreta aspettativa di una risposta dell’ordinamento e del sistema Giustizia.
In chiusura, ci sia consentito esprimere al Signor Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ora alla fine del suo mandato, un profondo, sentito e non formale ringraziamento di tutta la magistratura sarda per il suo operato anche quale Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha saputo condurre con mano sicura nel momento più difficile, difendendone la dignità e l’autorevolezza e con esso quelle della magistratura tutta, indicando anche a tutti noi la necessità di vivere la nostra professione come impegno etico a servizio dei cittadini.

 

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Abstract della Relazione della Ges Sardegna in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del 22 gennaio 2022. 

 

In foto: Il Mare a Les Saintes Maries, Vincent Van Gogh, Van Gogh Museum.Â