Un allarme per l’indipendenza dei magistrati statunitensi

Foto da X / @FBI Director Kash Patel

In un recente comunicato ufficiale, il comitato di presidenza dell’Associazione internazionale dei magistrati (IAJ) ha espresso seria preoccupazione per le ripetute violazioni dei principi fondamentali dello Stato di diritto negli Stati Uniti. Il riferimento è rivolto all’indipendenza della magistratura e al rispetto della separazione dei poteri. Il documento, diffuso solo pochi giorni fa, sottolinea il crescente clima di ostilità nei confronti dei giudici federali, sempre più spesso bersaglio di critiche, minacce e disinformazione.

L’associazione richiama l’attenzione sulla pericolosità di queste dinamiche, che rischiano di compromettere la fiducia pubblica nella giustizia e di indebolire le tutele legali a livello globale. Si legge infatti nel comunicato che “una retorica irresponsabile e la disinformazione stanno minando la fiducia pubblica nella magistratura e minacciando lo stato di diritto”.

Nel comunicato l’IAJ sottolinea, inoltre, “che esercitare pressioni o intimidire i giudici per le loro decisioni è inaccettabile. I giudici non cercano il potere politico; il loro dovere costituzionale è risolvere le controversie in modo equo e indipendente. Il loro ruolo è essenziale per garantire la giustizia e proteggere i diritti dei cittadini. (…) Quando l’indipendenza della magistratura viene compromessa, anche l’efficacia e la credibilità del sistema giudiziario ne risultano minacciate”.

Nel contesto delineato dall’IAJ, si inserisce la vicenda della giudice statunitense Hannah Dugan, arrestata a Milwaukee dal FBI con l’accusa di aver ostacolato un’operazione di fermo collegata all’immigrazione irregolare. Secondo fonti giornalistiche, Dugan, all’interno del tribunale dove esercita le proprie funzioni, avrebbe aiutato un migrante non regolare a evitare l’arresto da parte degli agenti federali.

L’arresto della giudice ha sollevato un vasto dibattito politico e istituzionale: da una parte le autorità federali parlano di ostruzione alla giustizia; dall’altra, numerosi esponenti politici e civili, compresa parte della magistratura, denunciano l’episodio come un ulteriore segnale di pressione indebita contro il potere giudiziario.

Pur senza entrare nel merito della specifica fondatezza delle accuse mosse alla giudice Dugan, la sua vicenda richiama in quadro più ampio di tensioni tra il potere esecutivo e quello giudiziario, oggetto di particolare attenzione e denuncia da parte dell’IAJ.