
L’appuntamento in Parlamento
Audizione nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia per l’Associazione nazionale magistrati. Il presidente Cesare Parodi è stato ascoltato in merito al decreto Sicurezza, approvato negli scorsi giorni dal Consiglio dei ministri e ora all’esame della Camera dei deputati.
Diversi i nodi sottolineati dal presidente Parodi. “Qui di tecnico c’è davvero poco. Nel decreto legge ci sono decisioni di carattere politico. E oggi ci viene chiesto un giudizio politico che invece altri casi non è gradito”, sottolinea. E poi nel merito del provvedimento: “Un aspetto che ci ha colpiti è il dato numerico: 14 fattispecie di reato, con aggravanti in nove casi che hanno determinato un oggettivo inasprimento del sistema sanzionatorio”. Un tema messo in correlazione con il sovraffollamento carcerario. “In un momento in cui abbiamo 62mila detenuti per 50mila posti in carcere la scelta dell’aumento delle fattispecie non è tanto in sintonia con quest’esigenza di far fronte all’emergenza carceraria”.
Quindi il tema della costituzionalità. “Non voglio fare valutazioni di costituzionalità – spiega Parodi – Evidentemente il governo ha ritenuto, così, all’improvviso, la sussistenza di un’urgenza che per l’anno precedente non era stata riscontrata. Ci potranno essere colleghi, avvocati, che presenteranno questioni di costituzionalità ed eventualmente prenderemo atto delle risposte della Corte costituzionale”.
Infine l’impatto che il decreto Sicurezza potrebbe avere sul lavoro della magistratura. “Non mi preoccupa l’aggravio dei lavori della magistratura, la magistratura italiana non ha assolutamente un problema di lavorare troppo, ha un problema più importante di lavorare bene, cioè di dare un prodotto giustizia finale che sia in sintonia con quelle che sono le esigenze di giustizia del Paese”.