
Cinquant’anni dopo. L’omicidio del giudice Francesco Ferlaino segna l’estate del 1975. Sta per tornare a casa quando viene ucciso a colpi di fucile da sicari mai identificati, esponenti della malavita organizzata.
Il ricordo del presidente Mattarella è vivo e vivido. “Francesco Ferlaino, primo magistrato vittima della criminalità in Calabria, con le sue indagini aveva inferto duri colpi alle organizzazioni criminali, riuscendo a cogliere, con lungimiranza, la complessità della ‘ndrangheta e la sua capacità di penetrare in profondità i sistemi socio-economici”, dice il Capo dello Stato.
“Ricordare il suo spietato omicidio – sottolinea Mattarella – ci esorta a continuare a opporci senza sosta a quanti disprezzano i valori della società democratica, fondata sulla tutela dei diritti dei cittadini, nella prevalenza delle regole dello Stato di diritto e sulla convinta adesione alla cultura della legalità“.
A distanza di mezzo secolo da quel 3 luglio un’aula del tribunale di Lamezia Terme viene intitolata al giudice ucciso dalla criminalità organizzata. Una cerimonia alla presenza dei familiari di Ferlaino, delle autorità e dell’Associazione nazionale magistrati, che ha promosso l’iniziativa.
“Oggi onoriamo la vita del magistrato Francesco Ferlaino e rendiamo lui gli onori che si confanno ad un servitore dello Stato che ha pagato col più alto tributo il suo servizio alla società”, spiega Giovanni Strangis, presidente dell’Anm Catanzaro. “Oggi poniamo un segno perenne di ricordo a custodia del passato, strumento unico per costruire un futuro migliore: alla figura di un uomo onesto, di un giudice probo guarderanno quanti entreranno in questo Palazzo di giustizia. Dall’esempio di Francesco Ferlaino le generazioni presenti e future potranno attingere etica e professionalità, spirito di servizio e senso del dovere”, afferma Strangis durante la commemorazione.
“Oggi onoriamo un servitore dello Stato e gli rendiamo omaggio a cinquant’anni dalla sua uccisione”, dice il presidente dell’Anm Cesare Parodi. “Il ricordo di Francesco Ferlaino è ancora molto importante, ma non deve ridursi ad una formula vuota ed essere sprone per un confronto sui temi della giustizia. Noi riserviamo molta attenzione – aggiunge – ai colleghi che hanno perso la vita per il loro lavoro. Per questo la nostra presenza oggi qui era assolutamente doverosa. Quello di Ferlaino, purtroppo, non è l’unico omicidio di un magistrato sul quale non è stata trovata la verità. Chi perde la vita per il suo impegno, come Francesco Ferlaino, avrebbe diritto alla giustizia”.