Francia, la solidarietà alla giudice minacciata dopo condanna Le Pen

Bénédicte de Perthuis

La magistrata sotto scorta per le intimidazioni ricevute

Dall’attuale ministro della Giustizia, Gerald Darmanin, al Consiglio superiore della magistratura francese. Gli attacchi ricevuti dalla giudice che ha condannato Marine Le Pen all’ineleggibilità in Francia preoccupano tutto il mondo della giustizia, che in modo compatto invita ad abbassare i toni. E in Italia anche l’Anm esprime solidarietà alla magistrata francese.

I fatti

Il 31 marzo la giudice Benedicte de Perthuis, magistrata del tribunale di Parigi, ha condannato Marine Le Pen, leader del movimento Rassemblement national a 4 anni di carcere, di cui due senza condizionale con braccialetto elettronico, 100mila euro di multa e cinque anni di ineleggibilità con effetto immediato nel processo sulla frode da 2,9 milioni di euro al Parlamento europeo.

Marine Le Pen
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Una condanna che rischia di fermare la corsa per le prossime elezioni presidenziali di Le Pen, nel 2027, per l’ineleggibilità che in Francia è stata stabilita con una legge votata dallo stesso partito di Marine Le Pen. Quest’ultima insieme a tutta la sua area politica ha duramente criticato la giudice. Attacchi politici seguiti da numerosissimi messaggi minatori in rete contro la magistrata, fino alla pubblicazione del suo indirizzo personale. Tanto da far scattare per lei le misure di protezione e scorta.

La solidarietà del Consiglio superiore della magistratura francese

In una rata nota diffusa alla stampa l’organo di autogoverno della giustizia francese ha preso una posizione netta. “Le minacce che prendono di mira personalmente i magistrati incaricati del dossier, come anche le dichiarazioni di responsabili politici sul fondamento dei procedimenti o della condanna, in particolare, dell’enunciato del verdetto, non possono venire accettate in una società democratica”, si legge nel comunicato. Il Csm francese ha espresso “preoccupazione dinanzi alle virulente reazioni” alla condanna di Marine Le Pen sottolineando come “queste reazioni possono rimettere gravemente in causa l’indipendenza dell’autorità giudiziaria, fondamento dello Stato di diritto, di cui il Consiglio è garante costituzionale” e invitando al rispetto della misura nei commenti riguardo la sentenza.

Le reazioni

Gerald Darmanin  Photo by Eliot Blondet/ABACAPRESS.COM

Anche il ministro della Giustizia francese, Gerald Darmanin, che nel novembre 2024 al momento della chiusura del dibattimento aveva definito profondamente scioccante l’ipotesi che Marine Le Pen fosse dichiarata ineleggibile, ha espresso il proprio sostegno alla magistratura. “In uno Stato di diritto democratico la critica di una sentenza non può trasformarsi in minacce ai giudici”. Solidarietà è stata espressa anche dal mondo dell’avvocatura. Scrive il quotidiano Le Monde: “Nella sua campagna orchestrata contro la “tirannia dei giudici”, secondo le sue stesse parole, Marine Le Pen è riuscita a compattare tutto il mondo della giustizia. Magistrati e avvocati si sono trovati perfettamente allineati sulla stessa posizione per denunciare gli attacchi all’indipendenza della magistratura e le minacce rivolte ai magistrati”.

La solidarietà dell’Anm italiana

Negli ambienti giudiziari parigini Benedicte de Perthuis è nota per avere presieduto altri altri processi importanti negli ultimi anni. Già a gennaio era stata aperta un’inchiesta per minacce di morte pubblicate su un sito di estrema destra, contro tre giudici del caso Rn, tra cui la stessa De Perthuis.

Solidarietà alla magistrata anche dall’Associazione nazionale magistrati in Italia, che in una nota ha espresso “piena e completa vicinanza a Benedicte de Perthuis, giudice del tribunale di Parigi bersaglio di minacce dopo la sentenza su Marine Le Pen nel processo sulla frode al Parlamento europeo”.