Carceri, il richiamo di Mattarella: fermare i suicidi

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Nuovo monito del presidente della Repubblica sul drammatico sovraffollamento degli istituti di pena

 

Non è il primo richiamo, difficile che possa essere l’ultimo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda a tutti, istituzioni e opinione pubblica, il sovraffollamento delle carceri italiane e il dato, ancor più drammatico, del numero di persone che in carcere si tolgono la vita: 27 i suicidi nel 2025 finora, secondi i dati del Garante nazionale, aggiornati al 6 maggio.

Un numero che “da troppo tempo non dà segni di arresto, una vera e propria emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi per porvi fine immediatamente”. Altrettanto netto è l’appello sulla situazione degli istituti nel loro complesso. Mattarella ricorda “le preoccupanti condizioni del sistema, contrassegnato da un ormai grave e insostenibile sovraffollamento nonché dalle situazioni strutturali inadeguate di molti istituti, nei quali sono necessari interventi di manutenzione e ristrutturazione”.

Non è la prima volta che il presidente della Repubblica prova a scuotere la politica sullo stato degli istituti di pena nel nostro Paese. Questa volta lo ha fatto nel corso dell’incontro con Carmine De Michele, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ricevuto al Quirinale insieme ad una delegazione della Polizia penitenziaria. Un corpo che vive da vicino l’emergenza come lo stesso Mattarella ha ricordato, ringraziandolo per il lavoro svolto tra tante difficoltà e sottolineando le carenze di organico, sia tra gli agenti che tra gli altri operatori.

Tra le altre criticità messe in luce dal presidente della Repubblica la difficoltà di accesso ai trattamenti sanitari, soprattutto per chi ha problemi di salute mentale. E ancora la necessità di “investimenti lungimiranti perché rivolti a garantire maggiore sicurezza ai cittadini. I luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato”. Lo spazio in carcere non può dunque essere concepito “unicamente come luogo di custodia ma deve includere ambienti destinati alla socialità e all’affettività”.

I dati del Garante nazionale dei detenuti,  insieme ai report delle associazioni di settore, fotografano una situazione complessiva che così non può reggere e che con l’estate e il caldo diventa ancora più insostenibile. Secondo il Garante (report aggiornato al 30 maggio di quest’anno) le persone detenute sono 62.722 i posti regolarmente disponibili ammontano a 46.706. A livello nazionale l’indice di sovraffollamento è del 134,29%. Sono 157 (pari all’83%) gli Istituti con un indice di affollamento superiore al consentito e in 63 (pari al 33%) Istituti risulta pari e superiore al 150%. Secondo il Garante i suicidi registrati al 6 maggio 2025 sono stati 27, ancora di più secondo l’Associazione Antigone che ne stima “almeno 33” da gennaio a maggio 2025.

Al richiamo di Mattarella il ministro della Giustizia Carlo Nordio si limita per ora a rispondere con una nota, assicurando che il Governo è impegnato in diverse direzioni: una detenzione differenziata per i tossicodipendenti; l’espiazione della pena per gli stranieri presso i Paesi di origine; strutture di accoglienza per i detenuti che hanno i requisiti per l’accesso alle misure alternative alla detenzione ma sono privi delle condizioni socio-economiche; e soprattutto la riforma della custodia preventiva per i reati non riconducibili alla criminalità organizzata. Nordio ricorda anche alcuni degli investimenti fatti soprattutto per il sostegno psicologico, per il quale sono stati stanziati 3 milioni di euro annui a partire dal 2025. Altri 132 milioni sono stati destinati al lavoro dei detenuti al fine di agevolare il loro reinserimento sociale mentre – recita ancora la nota di Via Arenula – “il personale addetto alla prevenzione e controllo è stato aumentato di quasi 4.000 unità”. Numeri che per chi opera nel settore non possono essere neanche lontanamente risolutivi, in assenza di interventi che affrontino alla radice il sovraffollamento.