“Quello del magistrato è un mestiere solitario, ciascuno è un’isola come è stato efficacemente detto, e resta custode geloso della propria autonomia e discrezionalità con l’anelito di coniugare senso dell’umanità e spirito di servizio”. Così afferma il segretario generale dell’Anm, Salvatore Casciaro, in un passo della sua relazione introduttiva al XXXV congresso del sindacato delle toghe”.
“Non vogliamo interferenze esterne nel modo di applicare la legge e comprenderne il significato, in questo si sostanzia in fondo l’unica ‘dipendenza’ che accettiamo, intesa come obbedienza alla legge – continua Casciaro – Ma questa solitudine della professione, per non tradursi in autoreferenzialità e sterile protagonismo, impone, quale necessario contraltare, l’apertura al confronto esterno perché ogni singolo è chiamato, senza l’intermediazione di deleghe o rappresentanze, ad esprimere, nella realtà giudiziaria dove opera come anche in questo Congresso nazionale, l’idealità che l’Associazione deve incarnare”.
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