
Di seguito l’editoriale della direttrice Monica Mastrandrea che apre il nuovo fascicolo cartaceo de La Magistratura, il numero 1 del 2025
Con questo primo numero prende avvio una nuova stagione de La Magistratura, che, nel solco del lavoro già tracciato dalla precedente direzione, punta ad affermarsi non solo come rivista scientifica di riferimento nel panorama giuridico, ma soprattutto come luogo vivo di confronto, pensiero critico e dialogo aperto sui grandi temi del diritto e della giustizia, una piattaforma più agile e dinamica, con un taglio divulgativo e informativo, ma sempre rigoroso.
Viviamo un tempo complesso, in cui il ruolo della magistratura, l’equilibrio tra i poteri, il valore stesso delle principali garanzie costituzionali tornano al centro del dibattito pubblico, spesso in un clima purtroppo segnato da tensioni, semplificazioni e sfiducia. È proprio in momenti come questi che percepiamo ancora più forte la responsabilità di offrire uno spazio serio, plurale, accessibile, un luogo dove la giustizia possa raccontarsi con onestà intellettuale e, soprattutto, senza retorica; possa ascoltare, spiegarsi e aprirsi al continuo e indispensabile confronto con la società senza chiudersi in schemi autoreferenziali.
La Magistratura riparte come pilastro comunicativo dell’Associazione Nazionale Magistrati, con l’ambizione di favorire questa apertura per raccontare l’attualità della giustizia e dei temi ad essa legati, offrire strumenti di conoscenza, stimolare una riflessione condivisa, contribuire alla costruzione, da un lato, di una coscienza collettiva e, dall’altro, di una piena assunzione di responsabilità sui diritti, sulle garanzie e sul ruolo essenziale della giurisdizione nella tutela delle libertà.
In questo quadro, lo spazio dedicato agli approfondimenti di taglio scientifico ambisce a diventare una sede di confronto accademico e giuridico di alto profilo, ospitando contributi che guardano oltre l’attualità contingente per sondare le trasformazioni profonde del nostro ordinamento. Tra gli obiettivi programmatici vi è anche la piena consapevolezza della necessità di alimentare il dibattito culturale attorno alla valorizzazione del ruolo centrale della giurisdizione in una società in cui lo stato di diritto e la democrazia liberale, per come li conosciamo, sono messi alla prova da tensioni e sfide profonde, in un contesto nel quale il dialogo spesso viene solo formalmente invocato, ma sostanzialmente continua ad essere ignorato.
Questo primo numero si apre con una sezione dedicata al diritto costituzionale e all’ordinamento giudiziario, in un momento in cui il Parlamento sta approvando un disegno di legge costituzionale contenente “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”, destinato a impattare profondamente sull’assetto della magistratura e, dunque, sull’esercizio della giurisdizione, senza, tuttavia, incidere affatto sull’efficientamento del servizio giustizia. Gli autorevoli contributi di Saulle Panizza e di Roberto Romboli offrono un’accurata e lucida riflessione critica sui profili istituzionali e ordinamentali della proposta di riforma Nordio, evidenziando in particolare le criticità derivanti dalle disposizioni transitorie alla luce degli emendamenti presentati nel corso della discussione parlamentare e affrontando anche la questione della delegittimazione della magistratura e della stessa funzione giudiziaria.
Segue una sezione dedicata al diritto e alla procedura penale, con un ventaglio di prospettive che spaziano dalle frontiere dell’intelligenza artificiale nel processo penale e i rischi che possono derivare sul libero arbitrio, sulla coscienza e sulla volontà su cui si fonda la responsabilità penale, analizzate con cura da Vincenzo Bruno Muscatiello, all’urgenza formativa nei casi di violenza domestica e di genere, evidenziata da Veronica Marrapodi, fino alle nuove sfide poste dalla telematizzazione del processo penale, oggetto di riflessione critica nel contributo di Michele Caianello e di Antonio Pugliese.
Ampio spazio è infine dedicato anche al diritto e alla procedura civile: Gianluca Tarantino indaga il ruolo della buona fede nell’esecuzione dei contratti di locazione tra manutenzione e risoluzione, anche alla luce anche della recente pronuncia della Corte di cassazione a sezioni unite n. 4892/2025; Francesco Maria Ciaralli ripercorre l’evoluzione dell’istituto delle astreintes nel contesto del processo civile e amministrativo italiano in prospettiva comparatistica con i principali ordinamenti europei; mentre Rossella Casillo ci guida in una riflessione sull’evoluzione del diritto di famiglia, cinquant’anni dopo la riforma del 1975, tra nuove tipologie familiari e nuove sfide dettate dalla famiglia unipersonale e dall’affermazione del diritto all’autodeterminazione orientata alla genitorialità.
Ci auguriamo che questo numero e i prossimi che seguiranno possano contribuire a coltivare un dibattito giuridico rigoroso, aperto e consapevole, capace di valorizzare il ruolo della giurisdizione come presidio delle libertà e fondamento dello Stato democratico.