“Ogni suicidio in carcere è un fallimento dello Stato”

Ipm di Treviso, fonte gNewsonline - quotidiano del Ministero della giiustizia

Il dramma del sovraffollamento. I dati sui suicidi in carcere. Un allarme costante, raccontato dalle fredde statistiche. Un allarme che diventa sempre più angosciante.

Partiamo dai dati. Oltre 140 morti in carcere dall’inizio di quest’anno: 46 suicidi (31,5%), 30 decessi per cause da accertare (20,5%), 69 per cause naturali (47,3%) e uno per cause accidentali (0.7%). Sono i dati – registrati dal Dap e aggiornati al 31 luglio scorso – contenuti proprio nell’ultimo report del Garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà.

Il governo però replica. Non c’è un allarme, secondo via Arenula. “Nessun allarme suicidi come paventato dal Garante. Il dato numerico, certamente sconfortante, registrato nei primi otto mesi di questo anno è sotto la media nazionale dell’ultimo triennio”. È lunedì quando il ministero della Giustizia interviene sui dati con questa nota. Una precisazione, che apre una polemica durissima. Non solo con il Garante, ma anche con il mondo delle associazioni e della società civile. Oltre che con la politica, ovviamente.

Il Garante stesso torna a intervenire, parlando di “diminuzione significativa del numero di suicidi nelle carceri italiane rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati evidenziano: al 31 luglio del 2024 un totale di 58 suicidi, che scendono a 46 allo stesso periodo di quest’anno, con una riduzione quindi di 12 unità”.

I freddi dati però non prefigurano nulla di buono. Anzi. L’ultimo appello è quello del Coordinamento della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, che esprime con una nota il “più profondo sconcerto” per le esternazioni del ministro Nordio.

Passano poche ora e il bollettino viene aggiornato. Un 17enne recluso tunisino è morto in ospedale tre giorni dopo avere cercato di impiccarsi coi jeans nel carcere minorile di Treviso. È il più giovane detenuto suicida di quest’anno.

“Si tratta di un dramma che testimonia la crisi del sistema della giustizia minorile”, dice Susanna Marietti, coordinatrice nazionale e responsabile dell’osservatorio sulla giustizia minorile di Antigone. “L’ultimo episodio di un ragazzo che si era tolto la vita nelle carceri per minori risaliva al 2003. Questo arriva proprio all’indomani delle minimizzazioni e l’indifferenza del ministro della Giustizia Nordio sui suicidi”, aggiunge.

Sul tema si consuma anche una polemica politica. Ad accenderla Forza Italia con il deputato Tommaso Calderone, membro della commissione Giustizia della Camera, che interviene in maniera netta sul tema “È passato un altro anno e continuiamo ad assistere a decine di detenuti che si suicidano. Non abbiamo risolto il problema e sono i freddi numeri a dirlo. Occorre riflettere sul tema della custodia cautelare, delle misure alternative e sulla liberazione anticipata. La certezza della pena deve essere indiscutibile ma è necessario mettere mano a tali riforme” A replicare è il sottosegretario alla Giustizia ed esponente di Fdi Andrea Delmastro, interpellato dall’Adnkronos, che chiude la porta a qualsiasi ipotesi di ‘svuota-carceri’: “Non è all’ordine del giorno per Fdi qualsivoglia misura che eroda la certezza della pena e, in una maniera o nell’altra, che non risponda alle esigenze di giustizia per le vittime dei reati e di sicurezza per i cittadini”.