L’incredibile polemica sulla relazione del Massimario della Cassazione

Un articolato parere tecnico, realizzato dall’ufficio del Massimario della Cassazione diventa oggetto di contesa politica. Al centro il decreto Sicurezza, il provvedimento convertito in legge poche settimane fa dopo essere stato a lungo discusso dal Parlamento sotto forma di disegno di legge.

Il Massimario nel suo consueto lavoro di esame, che prende forma in una relazione di 129 pagine, mette in evidenza le criticità e gli aspetti tecnici della produzione normativa. È il suo compito. Il 23 giugno 2025 lo fa con il decreto Sicurezza, ovvero con la legge 80 del 2025, pubblicata in Gazzetta ufficiale due settimane prima. Non la prima relazione. Nel solo anno in corso ne sono state fatte 32. Al momento.

La relazione evidenza le questioni di metodo, ma anche alcuni punti di merito. Cita il dibattito che lo ha riguardato. Non solo nazionale ma anche sovranazionale. Per esempio l’Osce, nello specifico l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, ma anche l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite. Cita le posizioni dell’Associazione nazionale magistrati, ma anche quelle dell’Unione camere penali.

Il documento è ovviamente pubblico consultabile da tutti. Come consuetudine. Qua però succede qualcosa.

Il ministro della Giustizia, che è stato per tutta la vita un magistrato e dunque dovrebbe conoscere i meccanismi della Corte di cassazione, rilascia una dichiarazione. “In merito alle diffuse notizie di stampa, sono incredulo, e ho dato mandato all’Ufficio di Gabinetto del ministero di acquisire la relazione dell’ufficio del Massimario e di conoscerne l’ordinario regime di divulgazione”, afferma Nordio. Eppure il link della relazione era già disponibile sul sito della Cassazione.

Carlo Nordio durante la parata militare ai Fori Imperiali in occasione della Festa della Repubblica (Roma – 2023-06-02, LUIGI MISTRULLI)

Non è l’unica reazione politica. Fronte maggioranza, per il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) le valutazioni del Massimario arrivano a “giudizi che esulano dalla sua funzione, confondendo volutamente la presunta illegittimità costituzionale con i pareri di autorevoli giuristi, condannando quindi senza averne il potere una legge voluta dal Parlamento e promulgata dal capo dello Stato”. Poi c’è il capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri che parla di “invasione di campo”. Diverse poi le prese di posizione dell’opposizione, che invece critica il governo e stigmatizza l’attacco alla Suprema corte.

A far chiarezza interviene poi l’Associazione nazionale magistrati, con una nota della Giunta esecutiva centrale. “Siamo increduli nell’apprendere che un magistrato con tanti anni di esperienza come il ministro Nordio abbia inteso acquisire informazioni sul regime di divulgazione delle relazioni dell’Ufficio del Massimario che sono pubbliche”, afferma l’organismo dell’Anm guidato dal presidente Parodi. “La giurisprudenza – aggiunge – come il ministro ben sa, si evolve in uno Stato democratico proprio grazie ad un ininterrotto confronto di idee. Siamo increduli nell’apprendere come una relazione dell’Ufficio del Massimario possa essere letta come un atto politico, anziché per quello che è: un contributo di natura eminentemente tecnica proveniente da giuristi di indubbio spessore”. Poi tocca al segretario Rocco Maruotti a Repubblica: “A essere increduli sono i magistrati italiani”, afferma.