Indipendenza della magistratura e intelligenza artificiale al meeting Iaj

L’appuntamento è a Città del Capo, in Sudafrica, dal 18 al 21 ottobre, per la conferenza annuale dell’International association of judges (Iaj).

Il meeting è l’occasione per fare il punto sui dossier che riguardano il mondo della giustizia in tutti i continenti, a partire dall’indipendenza del potere giudiziario e dalla lotta alla corruzione. Accanto ai temi di carattere generale, una serie di focus su diversi argomenti tra i quali l’intelligenza artificiale e il suo impatto sulle attività giudiziarie.

L’Iaj è un’organizzazione, fondata in Austria nel 1953, di cui fanno parte 92 associazioni nazionali, provenienti da tutto il mondo. Il suo scopo principale – si legge nello statuto – è difendere l’indipendenza del potere giudiziario, prerequisito indispensabile per il legittimo esercizio della funzione giurisdizionale, a garanzia dei diritti e delle libertà dei cittadini. Tra gli altri obiettivi la salvaguardia “della posizione costituzionale e morale del potere giudiziario”, e lo studio e il confronto tra le diverse associazioni di problemi giuridici per individuare le migliori soluzioni possibili.

Al meeting di Città del Capo, per l’Associazione nazionale magistrati saranno presenti il segretario generale, Salvatore Casciaro, la vicepresidente Alessandra Maddalena, la componente della Giunta esecutiva centrale e direttrice de La Magistratura Cecilia Bernardo e il componente del Comitato direttivo Luca Poniz. Con loro le due delegate tecniche Monica Mastrandrea e Maria Merlino.

L’apertura ufficiale dei lavori – si tratta del sessantaseiesimo meeting annuale – è il 18 ottobre, seguita dai panel delle associazioni divise per continenti. Si prosegue con una serie di sessioni tematiche, mentre la giornata del 20 ottobre è dedicata alla vera e propria conferenza internazionale in cui si tirano le somme sui temi affrontati nelle quattro commissioni di studio.

Si tratta di un momento fondamentale di confronto, sottolinea una delle delegate tecniche Monica Mastrandrea, non solo tra i singoli gruppi regionali ma all’interno degli stessi gruppi regionali (europeo, iberoamericano, africano, e quello che riunisce America del Nord – Asia – Oceania) sui temi dell’indipendenza della magistratura e della tenuta dello stato di diritto dei singoli Stati. Mastrandrea si è occupata in particolare – per le commissioni di studio – degli atti scritti nel processo civile e delle applicazioni dell’intelligenza artificiale nell’esercizio della giurisdizione. “Tema delicatissimo”– sottolinea – ricordando che in Italia si è ancora in una fase di sperimentazione nel quadro del regolamento Ue approvato nel marzo scorso e in attesa di una specifica disposizione nazionale. Il rischio da contrastare – ricorda la magistrata – è che l’uso degli applicativi informatici vada a impoverire la qualità della giurisdizione, con effetti negativi sull’indipendenza della magistratura”.

Per questo motivo – conclude Mastrandrea – bisogna “garantire che rimanga nel dominio dell’uomo e dunque del magistrato il processo motivazionale, non si deve considerare il risultato ottenuto con l’intelligenza artificiale un prodotto finito e si deve sempre tutelare il principio di non discriminazione”.

“È di fondamentale importanza che i magistrati si incontrino per confrontarsi su tematiche globali e condividere esperienze giuridiche provenienti da diverse realtà”, sottolinea l’altra delegata, Maria Merlino, che ricorda come i temi in agenda siano “di assoluta attualità: la lotta al narcotraffico con particolare riguardo alle sostanze non classificate nelle attuali tabelle, costituisce una sfida importante per tutti gli Stati; l’utilizzo sempre più massiccio, in diversi ambiti della vita economica, sociale e lavorativa, dell’intelligenza artificiale necessita di regolamentazione; la rapida trasformazione del mondo del lavoro, attraverso veloci scambi, spesso con un semplice click, rischia di pregiudicare i diritti dei più deboli; cambia, poi, il rapporto tra oralità e scrittura in molti procedimenti giudiziari, imponendosi pertanto la necessità di un ripensamento di antichi schemi ormai superati”.

In definitiva – conclude la magistrata – “il confronto con ordini giudiziari diversi è fonte di grande arricchimento per giudici e pubblici ministeri, che non debbono restare isolati nei confini delle proprie esperienze e delle proprie stanze, ma sono investiti del compito, prima ancora che giuridico, umano e culturale, di solidificare le proprie conoscenze e nobilitare le missioni svolte senza mai ignorare ciò che succede fuori dai nostri confini”.

Nel corso dei lavori a Città del Capo infine ci sarà anche l’assegnazione da parte dell’Iaj degli Awards on judicial independence, riconoscimenti che si assegnano alle singole associazioni nazionali che si sono distinte per la battaglia per l’indipendenza della magistratura. L’anno scorso sono stati assegnati alla Tunisia, all’Ungheria e – in via eccezionale – ad un singolo: Azar Sarem, magistrata afghana fuggita in Pakistan che ha denunciato la disastrosa situazione dello stato di diritto nel suo Paese.