
Approvato documento conclusivo. Tra gli ospiti Nicola Gratteri: sono qui perché la posta è molto alta. 
Sulla riforma della magistratura è giusto dire no: lo slogan che guiderà la campagna referendaria contro la riforma Nordio campeggia nell’aula magna che ospita l’Assemblea generale dell’Anm. Conclusasi con un documento approvato tra gli applausi che mette nero su bianco le ragioni della magistratura associata contro la riforma. Non ragioni ideologiche, non ragioni politiche, ma difesa della Costituzione, dell’indipendenza della magistratura, della tutela dei diritti. Sul palco nella prima parte della giornata si susseguono gli interventi di molti ospiti, alcuni in passato critici con l’associazione, come Nicola Gratteri ugualmente preoccupato però per la riforma. “La posta in gioco è molto alta, per questo ho accettato l’invito – dice il procuratore capo di Napoli – si vuole controllare il pm, impaurirlo, rendere i magistrati dei burocrati”. Per Gratteri la sfida in vista del referendum è aperta, anche perché – ricorda – “la credibilità delle toghe è risalita dal 36% dopo il caso Palamara al 54%”. Ma adesso è il momento di serrare le fila e andare tra la gente a spiegare con parole semplici perché questa riforma è sbagliata che non risolve i problemi del sistema giustizia.
Ed è questo il filo rosso che lega gli interventi dei relatori, dai consiglieri del Csm Ernesto Carbone e Roberto Romboli, agli ex magistrati e scrittori Giancarlo De Cataldo e Gianrico Carofiglio, i professori universitari Giuseppe Campanelli, Giovanna De Minico, Filippo Donati, Mitja Gialuz, ai giornalisti Donatella Stasio, Emiliano Fittipaldi e Sigfrido Ranucci accolto da una standing ovation da parte della platea dopo l’attentato esplosivo nei pressi della sua abitazione. Tra gli ospiti anche il cantautore Edoardo Bennato: “Ci tenevo a manifestarvi la mia stima e solidarietà perché il vostro è uno dei mestieri più complicati, forse il più complicato, il più rischioso, il più ingrato e delicato”.
In apertura di giornata è il presidente Cesare Parodi a rimarcare: “Noi non facciamo una battaglia politica, siamo a difesa di valori costituzionali nei quali crediamo”. Il segretario generale Rocco Maruotti sottolinea la grande partecipazione: circa 600 persone, “un segnale di unità da parte di tutti i gruppi, di tutte le sensibilità culturali, questa unità si è ritrovata molto intorno alla contrarietà alla riforma”. Le istantanee di giornata raccontano di un’Aula magna gremita, con moltissime presenze di magistrati ordinari in tirocinio preoccupati rispetto alla riforma.
L’assemblea si conclude con l’approvazione di un documento che impegna nei prossimi mesi fino al referendum l’associazione e i suoi vertici, insieme al Comitato referendario, ad una campagna di confronto con società civile, avvocatura, accademia e altre magistrature.
La premessa è chiara: “L’Associazione nazionale magistrati non può restare inerte di fronte a una riforma che altera l’assetto dei poteri disegnato dai Costituenti e mette in pericolo la piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge”. “Una magistratura forte con i deboli e debole con i forti non garantisce più la tutela effettiva dei diritti – si legge nel documento – né l’equilibrio tra i poteri dello Stato, condizione imprescindibile della democrazia. Questa riforma non rende la giustizia più rapida o più efficiente: la rende meno libera, più esposta all’influenza dei poteri esterni e meno capace di difendere i cittadini. “La magistratura italiana rivendica il diritto – e il dovere – di essere autonoma e indipendente per garantire che la legge resti davvero uguale per tutti.
Intanto, mentre la riforma si appresta a ricevere il quarto e ultimo voto in Parlamento e in attesa che si definiscano meglio i tempi del referendum in primavera, il comitato per il no istituito da qualche settimana e guidato da Antonio Diella si prepara ad un lavoro di informazione e confronto sui contenuti della riforma. Con uno slogan chiaro e immediato che ha debuttato proprio in occasione dell’Assemblea: “è giusto dire No”.



