
Documento ufficiale EAJ: “profonda delusione e preoccupazione crescente”
Per la terza volta l’Associazione europea dei giudici richiama il governo italiano sulla riforma della magistratura. Lo fa con una risoluzione approvata al meeting appena concluso a Yerevan, in Armenia.
L’Eaj si legge nel documento è “ulteriormente preoccupata e profondamente delusa” nell’apprendere dall’Anm che nonostante i gravi moniti sollevati dalla magistratura italiana, da illustri studiosi del diritto e dalla stessa Eaj e nonostante la massiccia mobilitazione dei magistrati italiani il processo legislativo di riforma costituzionale sta proseguendo senza alcuna revisione critica.
I giudici europei richiamano la precedente risoluzione adottata a Varsavia nell’aprile 2024 e la lettera rivolta al governo italiano inviata durante il Meeting annuale di Città del Capo nell’ottobre 2024. E ricordano i rilievi già fatti sul progetto di riforma ora all’esame del Senato, tra cui:
• la frammentazione dell’attuale Consiglio Superiore della Magistratura unitario in due Consigli distinti (uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri);
• l’introduzione della selezione casuale (per sorteggio) dei componenti togati dei Consigli;
• la sottrazione della giurisdizione disciplinare al Consiglio Superiore, con il suo trasferimento a una nuova Alta Corte disciplinare.
Per ogni punto critico l’Eaj indica i motivi di preoccupazione. Per quanto riguarda il sorteggio ricorda che contrasta con gli standard Ue che hanno chiaramente fissato che gli esponenti dei Consigli della Magistratura devono essere eletti dai loro pari (cfr. Raccomandazione CM/Rec(2010)12 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, punto 27, tra gli altri). Una posizione espressa anche dalla Commissione Europea nel Rapporto sullo Stato di diritto 2024.
Quanto all’Alta Corte disciplinare il documento sottolinea che la competenza disciplinare è essenziale per l’organo di autogoverno della magistratura.
Infine sullo sdoppiamento del Csm si rileva come “la frammentazione del Consiglio superiore può indebolire la magistratura; inoltre la solida garanzia contro indebite pressioni esterne può essere ridotta e la tutela dell’unità e dell’autonomia della magistratura può essere compromessa”.
Nell’aggiornare i colleghi europei l’Anm ha messo in evidenza come l’equilibrio trovato dai padri costituenti nella composizione del Consiglio sia stato di esempio e ispirazione per molti altri Stati con una serie di disposizioni che miravano a impedire qualsiasi tentativo di rinascita del fascismo. Di qui la conclusione: “la magistratura italiana ha più volte dimostrato la sua efficacia nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. Smantellare elementi importanti di un sistema che protegge lo Stato di diritto e il popolo italiano da abusi di potere è un passo indietro che suscita preoccupazione a livello europeo”.
La risoluzione si chiude con un appello al governo italiano “a riconsiderare la strada intrapresa e ad abbandonare il progetto di riforma costituzionale nella sua formulazione attuale” tanto più che non contribuisce all’efficienza del servizio giustizia ma danneggia non solo l’indipendenza della magistratura ma anche la fiducia in essa. Quello firmato a Yerevan è il terzo documento ufficiale adottato dall’Associazione europea dei giudici sulla riforma della magistratura in Italia. L’auspicio è questa volta l’esecutivo risponda.