
Anm: drammatica carenza organico, ok a proposta Giachetti ma servono correttivi
La necessità inderogabile dell’aumento degli organici dentro e fuori gli istituti, il bilancio negativo a un anno dal cosiddetto decreto Carcere sicuro, il drammatico sovraffollamento e le soluzioni che politica e Parlamento stanno discutendo. L’emergenza carceri è e resta all’ordine del giorno per la magistratura associata che nell’ultima riunione del Comitato direttivo centrale ha approvato tre documenti.
Nel primo si mette in evidenza la drammatica carenza di organico rispetto agli uffici della magistratura di sorveglianza che – come si sottolinea nel documento – “ha il compito di vigilare sull’esecuzione della pena, garantendone la finalità rieducativa. La straordinaria importanza di questo compito appare tuttavia dimenticata se si guarda alle condizioni attuali in cui essa versa”.
Uno sguardo ai numeri: i magistrati di sorveglianza sono appena 250, i detenuti oltre 62mila e di questi più di 46mila stanno espiando la pena. A questi ultimi vanno poi aggiunti coloro che espiano la pena mediante misure alternative e coloro che usufruiscono della sospensione. Se si considera anche il numero dell’esecuzione delle pene pecuniarie e di quelle sostitutive introdotte dalla riforma Cartabia la carenza dell’organico appare ancora più evidente, anche perché la magistratura di sorveglianza è rimasta fuori dalle misure di sostegno introdotte dal Pnrr. Con un risultato paradossale, messo a fuoco dal documento approvato dall’Anm: “mentre Tribunali e Corti di appello hanno visto aumentare la loro produttività, gli uffici di sorveglianza sono rimasti, ad organico pressoché invariato, ad eseguire un numero di sentenze sempre più elevato”. A questo quadro si aggiungono le carenze del personale amministrativo e le difficoltà nell’utilizzo dell’applicativo informatico. Di qui l’appello messo nero su bianco nel documento dell’Anm: “la situazione degli organici, resa esplicita dai numeri richiamati, è drammatica. Strutturale. È la stessa Costituzione nelle sue primarie fondamenta della dignità umana (da riconoscersi a chiunque) e della finalità di rieducazione della pena (da garantire a chi ha sbagliato e ha preso condanna definitiva) ad imporre un incremento degli organici dentro e fuori le carceri”.
C’è poi il bilancio sul decreto Carcere sicuro, voluto dal governo che ha modificato la disciplina della liberazione anticipata. L’Anm sottolinea come a un anno dalla sua approvazione non ci sia traccia del regolamento che avrebbe dovuto darvi seguito e di nuovi percorsi in comunità, mentre la popolazione carceraria in un anno è aumentato di 1600 unità. “Mentre – si osserva nel documento – il ministro della Giustizia e il governo, indifferenti di fronte alla grave e sistematica violazione dei diritti umani che si sta consumando nelle nostre carceri, rispondono alla sofferenza ed al disagio delle persone detenute prevedendo per esse nuovi reati, nuove aggravanti e maggiori pene, piuttosto che con misure concrete volte a sfollare il carcere e assicurare un trattamento penitenziario conforme a Costituzione”.
Sulla proposta Giachetti che secondo l’Anm “individua alcune soluzioni efficaci e praticabili in grado di dare immediato sollievo alla drammatica situazione in cui versano le nostre carceri” la stessa Associazione individua alcuni profili critici che “renderebbero indispensabili interventi correttivi“. Tra i punti da rivedere si segnala in particolare la possibilità che la proposta prevede di assegnare al direttore dell’istituto penitenziario la competenza ordinaria ad attribuire gli sconti di pena. Ma come si legge nel documento Anm “tutte le formule utilizzate nel testo proposto sottendono vagli e giudizi discrezionali in grado d’incidere direttamente sulla misura della pena e che perciò vertono sulla materia della libertà personale. Ed allora simili compiti non possono essere che attribuiti alla magistratura di sorveglianza, nel rispetto della riserva di giurisdizione“.
Nelle ultime settimane per rilanciare la proposta Giachetti è partita una staffetta di sciopero della fame promossa dall’avvocata Valentina Alberta, ex presidente della Camera penale di Milano, e da Stefano Celli, vicesegretario dell’Anm. Hanno aderito tra gli altri l’ex presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. Il segretario generale dell’Associazione Rocco Maruotti parteciperà il 17 luglio, mentre il presidente Cesare Parodi fa un’altra proposta: “per me sarebbe efficace lanciare in tempi rapidi una raccolta di firme dei magistrati, degli avvocati e dei cittadini da porre sul tavolo del governo in tempi brevissimi”. Solo pochi giorni fa, il 30 giugno, sulla difficile situazione in cui versano gli istituti penitenziari del Paese è tornato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un appello a fermare quella che è “una vera e propria emergenza sociale”.