A Yerevan, in Armenia, l’appuntamento dell’Associazione europea dei magistrati

Dall’8 al 10 maggio il focus dell’Eaj su indipendenza giudici, il faro sulla riforma costituzionale in Italia

L’indipendenza nell’esercizio della giurisdizione e l’evoluzione dello Stato di diritto nei singoli Paesi delle associazioni nazionali sono i temi principali del meeting dell’Eaj, l’Associazione europea dei magistrati, a Yerevan, in Armenia. L’incontro si svolge dall’8 al 10 maggio e segue quello dell’ottobre 2024 a Città del Capo, che aveva visto riunirsi l’Associazione internazionale dei giudici. Per l’Italia, in rappresentanza dell’Anm, partecipano due esponenti della giunta direttiva centrale, Monica Mastrandrea, direttrice della rivista La Magistratura, e Sergio Rossetti.

I lavori si apriranno con il saluto del presidente dell’Associazione dei giudici armeni e con le relazioni dei presidenti e membri del consiglio dell’Eaj: dopo l’approvazione del verbale della precedente riunione a Città del Capo si passerà alla discussione sulla situazione dei singoli Paesi delle associazioni nazionali che fanno parte della rete europea, attraverso le conclusioni di un primo gruppo di lavoro. A quest’ultimo si affiancano altri due gruppi di lavoro. Uno, denominato Ways to Bruxelles, istituito per monitorare le iniziative legislative delle istituzioni Ue che possono avere un impatto sul sistema giudiziario degli Stati membri. Il terzo gruppo si è occupato in particolare di salari e pensioni, anche questi elementi legati al tema dell’indipendenza della magistratura. Basta pensare al recente caso della Svezia, dove è stata introdotta una differenziazione degli stipendi in base alla produttività dei giudici. Una strada evidentemente contraria agli standard internazionali di indipendenza giudiziaria e sulla quale l’Eaj si è espressa con una risoluzione nel vertice dell’ottobre 2024.

Tra gli altri temi ci sarà anche la preparazione della prossima riunione a Baku con il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sull’indipendenza dei giudici e degli avvocati.

Altro capitolo, gli aggiornamenti da parte delle singole associazioni nazionali sulle situazioni di alcuni Paesi, già esaminate dall’Eaj. Come l’Italia, dove il governo procede con la riforma Nordio. Già in altre due occasioni internazionali l’Anm aveva esposto i propri timori sulla riforma costituzionale, nei meeting di Taiwan nel 2023 e Città del Capo nel 2024. Indicando in particolare come punti critici: lo sdoppiamento del Csm in due distinti Consigli, il sorteggio per i componenti laici che contrasta con le norme europee come già rilevato dall’Eaj e l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare.

Nell’ultimo anno l’Eaj ha già messo nero su bianco la propria preoccupazione sulla riforma costituzionale contenuta nel disegno di legge Nordio. Lo ha fatto con una risoluzione adottata alla riunione di Varsavia nella primavera 2024 e con una lettera indirizzata al governo italiano nell’ultimo meeting di Città del Capo. Sollecitazioni finora cadute nel vuoto.