La giustizia predittiva

Da oggi, 11 novembre 2021, il progetto “Giustizia predittiva di Brescia” diventa operativo. Si tratta di un progetto nato dalla collaborazione fra Corte d’Appello, Tribunale e Università di Brescia. Il sito sarà pubblico e accessibile a tutti. Per conoscere meglio sito e del progetto, nonché le potenzialità dello stesso, è possibile partecipare all’evento che si terrà l’11 novembre 2021 alle ore 15 a Brescia presso la Camera di commercio, anche online. Per partecipare tramite piattaforma Zoom:

https://conference-web-it.zoom.us/webinar/register/WN_nWl-_Ia2Qy2GiuTODnTHyg

Di seguito la presentazione di Claudio Castelli.

Cos’è la giustizia predittiva.

La giustizia predittiva è un sistema che consente di prevedere il possibile esito di una controversia sulla base delle precedenti soluzioni date a casi analoghi o simili.

Perché è utile.

Avere una ragionevole previsione sugli esiti vuol dire dare stabilità e certezza al diritto vivente, con una fortissima trasparenza della giurisprudenza e scoraggiando cause avventate o con probabile esito negativo, in tal modo spingendo verso soluzioni alternative e producendo un effetto deflativo della domanda.

Quali pericoli.

I sistemi di giustizia predittiva indubbiamente danno molto più rilevanza al precedente giurisprudenziale. Ciò fa nascere il timore di un’ossificazione della giurisprudenza con un’incapacità di consentire quella naturale e benefica evoluzione della giurisprudenza e il suo adeguamento ai mutamenti sociali e dell’ordinamento giuridico.

Come evitarli.

Si tratta di pericoli reali di cui bisogna tener conto da subito. Anche se vanno ridimensionati. Oggi è indubbio che la nomofilachia è in crisi per l’alluvione di cause da cui la Cassazione è sommersa (il numero delle sentenze delle Sezioni unite è pari a quello totale di Supreme Corti di altri Paesi). E il risultato è quello di un’anarchia giurisprudenziale, in cui spesso dominano i contrasti inconsapevoli. Le riunioni periodiche prescritte dall’articolo 47 quater Ordinamento Giudiziario non sono sufficienti per dare un’uniformità giurisprudenziale o, quanto meno, una consapevolezza dei diversi orientamenti esistenti. Inoltre la mancanza di banche dati giurisprudenziali (salvo qualche meritoria eccezione) non consente quell’indispensabile circolazione della giurisprudenza all’interno dell’ufficio e tra i diversi gradi di giudizio che sola può consentire un fecondo scambio e confronto di orientamenti. Non solo, ma proprio per evitare ossificazioni della giurisprudenza occorre assicurare che un sistema di giustizia predittiva non si limiti a indicare quali sono gli orientamenti prevalenti, ma li contenga tutti, specificando quali sono al momento prevalenti, ma senza trascurarne nessuno.

Cosa evitare.

Va evitata la profilazione di magistrati e avvocati. Un’ottica probabilistica delle decisioni può portare a vere e proprie abnormità, quali verificare le percentuali degli esiti con il binomio magistrato-avvocato, classificare il magistrato, puntare sull’avvocato che con quel magistrato ha vinto più cause. Tant’è che in Francia, dove le sperimentazioni sono più avanzate, la profilazione di magistrati e avvocati è stata vietata con una norma munita di sanzione penale.

Le prospettive e potenzialità della giustizia predittiva.

Una giustizia predittiva funzionante può comportare un salto di qualità sia per l’economia che per la giustizia, creando una rete virtuosa. Ciò comporta trasparenza e pubblicità della tempistica materia per materia, oltre che trarre dai provvedimenti emessi più che le massime, i principi di diritto e la casistica che possono aiutare e dare indicazioni per chi abbia problematiche simili.

La finalità esterna del progetto è quella di fornire a utenti e agenti economici dei dati di certezza e di prevedibilità e nel contempo di contenere la domanda, disincentivando le cause temerarie e incoraggiando in modo indiretto le parti che non abbiano ragionevoli possibilità di successo a livello giudiziario di seguire altre strade (conciliative, transattive).

Ciò ha anche una formidabile valenza interna perché impone principi preziosi anche all’interno della giurisdizione:

  • Trasparenza delle decisioni.
  • Circolarità della giurisprudenza tra I e II grado.
  • Consapevolezza delle decisioni e superamento dei contrasti inconsapevoli.

Principi che impongono un forte incentivo per il miglioramento della qualità complessiva delle decisioni.

I progetti in corso.

Vi sono in atto cinque progetti in via di sperimentazione: una della Corte d’appello di Venezia con l’Università Ca’ Foscari e la società Deloitte, uno della Corte di Appello di Bari, uno del Tribunale di Firenze, uno dei Tribunali di Genova e Pisa con l’Università S. Anna di Pisa, uno di Corte e Tribunale di Brescia con la locale Università. Il progetto di Brescia nasce da una convenzione del 6 aprile 2018 sottoscritta da Corte di Appello di Brescia, Tribunale di Brescia e Università di Brescia.

Il progetto di Brescia vuole fornire a utenti e avvocati due dati fondamentali per la certezza non solo del diritto, ma delle stesse relazioni industriali e sociali: la durata prevedibile di un procedimento in una data materia e gli orientamenti esistenti nei diversi uffici a partire dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Brescia.

Ovviamente questo comporta un lavoro di studio e di elaborazione che può essere condotto solo materia per materia e partendo da un numero limitato di materie, destinato alla graduale espansione. Non solo, ma questo può essere adeguatamente realizzato solo inserendo ulteriori risorse esterne in un ambito notoriamente “povero” quale quello della giustizia. Ed è un tipico terreno su cui prezioso e possibile è il coinvolgimento dell’Università, che vede in tal modo valorizzate ed impegnate sue risorse.

I passaggi per raggiungere questo obiettivo sono i seguenti:

  • Individuazione delle materie da cui partire. Inizialmente sono state privilegiate come materie quelle più rilevanti per gli agenti economici: tribunale delle imprese (societario, industriale), appalti, contratti bancari, licenziamenti, cause contributive, infortunistica sul lavoro.
  • Creazione di una banca dati per ogni materia.
  • Circolarità della giurisprudenza tra I e II grado, inizialmente tra Tribunale e Corte di Appello di Brescia, con la prospettiva di estenderla a tutti i Tribunali del distretto.
  • Creazione di gruppi di lavoro dell’Università con un raccordo con Corte di Appello e Tribunale (e con i già costituiti Uffici per il processo di tali Uffici) per ogni branca di materie che prendano in carico i provvedimenti emessi e ne estraggano orientamenti e casistica.
  • Estrazione, con l’ausilio dell’Università, dei dati sui tempi medi di durata dei procedimenti materia per materia depurati dall’arretrato in modo da poter dare il tempo di durata prevedibile.
  • Pubblicizzazione dei dati su tempi e orientamenti, anonimizzati, sul sito giustizia Brescia e su altri siti di interesse.

Siamo arrivati alla strutturazione del sito che viene presentato e reso pubblico e consultabile dal prossimo 11 novembre: tuttavia la prospettiva è duplice e più ambiziosa.

Da un lato l’intenzione a livello locale è di passare dalla fase artigianale in cui ci troviamo, ove la scelta delle sentenze viene operata dalle sezioni di Tribunale e Corte d’Appello e l’elaborazione di casi e abstract viene operata da ricercatori dell’Università, a una fase più evoluta in cui l’estrazione delle sentenze avviene automaticamente dalla banca dati (che contiene tutte le sentenze emesse in formato integrale) attraverso algoritmi e/o parole chiave la cui elaborazione avviene attraverso un processo di machine learning.

Dall’altro, a livello nazionale, la prospettiva è di far diventare questo un progetto pilota, confrontandosi con gli altri progetti in corso, un terreno di sperimentazione nazionale che possa contribuire all’articolazione di una banca dati nazionale e alla possibilità di lanciare focus di giustizia predittiva, quanto meno nelle materie che maggiormente interessano agli operatori economici, quali quelle in materia di impresa, lavoro, economia.

Dott. Claudio Castelli

Presidente della Corte di Appello di Brescia

In foto: Maurits Cornelis Escher, Bond of Union, 1956.