
Il 10 marzo è la Giornata internazionale delle donne giudici, istituita dalle Nazioni Unite nel 2021.
“La rappresentanza delle donne nella magistratura è fondamentale per garantire che i tribunali rappresentino i cittadini, affrontino le loro preoccupazioni ed emettano giudizi validi. Con la loro semplice presenza, le donne giudice rafforzano la legittimità dei tribunali, inviando un forte segnale che essi sono aperti e accessibili a coloro che cercano di ricorrere alla giustizia” recita una nota delle Nazioni Unite.
Per l’occasione Monica Mastrandrea, direttrice de La Magistratura, ha rimarcato l’importanza di questa ricorrenza, che si rende necessaria in quanto “la presenza femminile nella magistratura rappresenta un indicatore fondamentale della tenuta dello Stato di diritto e della democrazia di un Paese”.
Esistono nazioni nel mondo in cui le donne continuano a essere escluse dall’esercizio della funzione giurisdizionale. Un esempio lampante è quello dell’Afghanistan, dove il regime talebano ha privato le donne di ogni ruolo e di ogni funzione sociale. “E non si tratta solo di parità di genere – continua Mastrandrea – ma è una questione di giustizia e democrazia”.
La rappresentanza delle donne in magistratura è una “condizione essenziale per rendere effettiva la democrazia di uno Stato” e se le donne non possono accedere alle funzioni giudiziarie “significa che l’intero sistema è compromesso”, conclude la componente della Giunta dell’Associazione nazionale magistrati.
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