Con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, il Senato ha approvato la riforma costituzionale sulla magistratura firmata dal ministro Carlo Nordio. L’Aula di Palazzo Madama ha approvato il disegno di legge nel testo licenziato dalla Camera. Si chiude così senza nessuna modifica il primo dei due passaggi previsti per l’iter di riforma costituzionale. Il secondo è atteso in autunno, con il governo che punta al via libera entro la fine dell’anno per arrivare al referendum confermativo nella primavera del 2026. Soddisfatti esecutivo e maggioranza, forte la protesta delle opposizioni che hanno mostrato la Costituzione capovolta e le foto di Falcone e Borsellino.
Anche in occasione di questo passaggio parlamentare l’Associazione nazionale magistrati si fa portavoce delle preoccupazioni non solo dei giudici ma anche di costituzionalisti, esperti di diritto e avvocati. Per la Giunta esecutiva centrale la riforma toglierà garanzie ai cittadini. “Ed è chiaro, si legge in nota, che l’intento di questa riforma sia quello di avere una magistratura addomesticata e subalterna, che rinunci al proprio compito di controllo di legalità”. Proprio per questo l’Anm assicura che continuerà a far sentire la propria voce nel dibattito pubblico nel rispetto dei passaggi parlamenti ma con convinzione e determinazione. Conclude infatti la nota dell’Associazione: “lo faremo nei prossimi mesi e lo faremo fino al referendum. La riforma Nordio mette a rischio l’indipendenza della magistratura, lo fa indebolendo l’organo di autogoverno innanzi tutto. E lo fa non prevedendo per la giustizia le risorse necessarie a garantirle un efficace funzionamento. Questa riforma non rafforza lo Stato di diritto: lo rende più fragile”.