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8 marzo fra progressi e disparità

Cecilia Bernardo interviene ad un convegno nella Biblioteca del Senato

di Cecilia Bernardo, direttrice La Magistratura

Viviamo in un’epoca in cui la diversità e l’inclusività sono valori irrinunciabili. Tuttavia, non possiamo negare che, nonostante i progressi compiuti, esistano ancora disparità di genere significative in molteplici ambiti della vita e in molti settori professionali. La lotta per le pari opportunità non riguarda solo la retorica, oggi per la verità un po’ stantia, dell’uguaglianza, ma piuttosto la creazione di quelle condizioni concrete che consentano a uomini e donne di raggiungere, indipendentemente dal genere, il loro massimo potenziale e, di contribuire così, ciascuno con la propria sensibilità, al bene comune.

L’Associazione nazionale magistrati è da sempre molto attenta alla parità di genere che non è solo una questione femminile, ma una causa che riguarda l’intera società. In un mondo in cui uomini e donne collaborano armoniosamente si generano nuove prospettive, idee innovative e soluzioni più complete per affrontare le sfide globali. La parità di opportunità è quindi un investimento nel progresso sociale ed economico complessivo.

L’Anm ha sempre favorito l’approfondimento di questi temi, innanzitutto attraverso l’attività delle commissioni di studio create al proprio interno, una delle quali dedicata, appunto, alla questione delle pari opportunità.

Voglio citare due recenti approfondimenti elaborati dalla Commissione che ho appena menzionato. Il primo attiene al tema delle pari opportunità nel Recovery Fund, cioè nel piano di investimento previsto per rendere efficace ed accelerare la risposta giudiziaria. In tale relazione, la nostra Commissione ha evidenziato la necessità di interventi sull’edilizia giudiziaria, che prevedano la realizzazione di asili nido collocati all’interno degli uffici giudiziari o in strutture immediatamente adiacenti, in modo da favorire la prosecuzione dell’allattamento materno ed un più graduale distacco della madre dal neonato, incentivando così un più rapido rientro in servizio della lavoratrice dopo la maternità. Sono, altresì, necessari spazi di allattamento e nursery per i neonati e baby parking con servizio di accudimento occasionale per i bambini a partire dai 2 o 3 anni di età. E non può essere dimenticato che tali strutture verrebbero incontro anche alle esigenze di tutti i soggetti che sono coinvolti nel “mondo giustizia”, ovvero i professionisti, gli avvocati, i commercialisti, i notai ed il personale amministrativo.

Un secondo intervento della nostra Commissione ha riguardato il riequilibrio di genere nell’accesso al Consiglio superiore della magistratura. Nel periodo in cui si discuteva della riforma del sistema elettorale del Consiglio, la Commissione Pari opportunità ha segnalato la necessità di adottare misure di riequilibrio miranti ad assicurare pari rappresentanza di genere all’interno dell’organo di autogoverno (quali, ad, esempio, la previsione di liste contrapposte con elenchi di candidati e candidate posti in ordine con alternanza di genere oppure l’introduzione dell’istituto della doppia preferenza di genere o, ancora meglio, di quote temporanee, per almeno tre consiliature, paritarie, od almeno del 40%, di risultato). Ciò al fine di dare “voce alle donne” anche nell’organo di autogoverno e, dunque, al fine di assicurare una reale democraticità dell’ordinamento giudiziario. E tale necessità appare del tutto evidente se si tiene conto che le donne magistrato elette al Consiglio superiore, dal 1959 ad oggi, sono appena di 28 a fronte di quasi 500 uomini: esse, dunque, rappresentano soltanto il 5% dei componenti, a fronte del 95% di uomini. La sottorappresentanza di genere, dunque, appare innegabile nel Csm, pur a fronte di una maggioranza femminile, oramai, all’interno della magistratura.

E non può negarsi che qualche passo in avanti sia stato compiuto dal legislatore su questo versante. Come è noto, infatti, il sistema elettorale del Consiglio Superiore è stato modificato (legge 71/2022 17) prevedendo, in ognuno dei collegi in cui è suddiviso, per ciascuna categoria (giudici di legittimità, giudici di merito, pubblici ministeri), il territorio nazionale, deve essere espresso un numero minimo di sei candidature e ogni genere deve essere rappresentato in misura non inferiore alla metà dei candidati effettivi (art. 23 della legge 195/1958, come modificato dall’art. 31 della legge 71/2022).

Più in generale, e questo riguarda tutte le professioni, in ambito educativo, dobbiamo garantire che ragazze e ragazzi abbiano le stesse opportunità di apprendimento e sviluppo della propria personalità e della propria professionalità. Abbattere gli stereotipi di genere nelle scuole e promuovere programmi educativi inclusivi sono passi cruciali per costruire una società in cui ogni individuo possa realizzare appieno il proprio potenziale, indipendentemente dal genere. Particolare attenzione a queste problematiche è stata data da un’altra delle nostre Commissioni, che si occupa di educazione alla legalità.

È importante essere sostenitori attivi del cambiamento, sfidando pregiudizi e stereotipi, promuovendo l’uguaglianza e garantendo che ogni individuo, indipendentemente dal genere, abbia la libertà di perseguire i propri sogni e ambizioni.

Non voglio peccare di autoreferenzialità, ma, in chiusura, desidero condividere per un momento la mia esperienza personale e, in particolare, familiare. Sono mamma di due figlie, la prima nata mentre ero impegnata nello studio per il concorso e la seconda quando ero in servizio in una città diversa da quella della mia residenza.

Alle mie figlie dico sempre che tanti passi sono stati fatti nel lungo percorso verso la parità di genere e che le opportunità che loro oggi hanno sono il frutto, maturato con fatica, di tante battaglie che le donne hanno combattuto nei decenni appena trascorsi. Si tratta di un patrimonio culturale che spetterà a loro non solo non disperdere, ma anche arricchire ed approfondire.

Ma per raggiungere un tale risultato, non dovranno scoraggiarsi nei momenti di difficoltà che, pure, inevitabilmente, interverranno. Una donna, grazie alla sua determinazione ed alla sua capacità organizzativa, può svolgere un lavoro come quello del magistrato, raggiungendo anche ruoli apicali, e al tempo stesso può prendersi cura della famiglia e dei figli. Le donne, oggi, possono raggiungere questi obiettivi, ma con più fatica e con maggiori sacrifici rispetto ad un uomo. Quello che vorrei che le mie figlie dicessero alle loro figlie è che le donne possono raggiungere gli stessi obiettivi e gli stessi traguardi degli uomini non senza fatica, ma con la stessa fatica che impiegano gli uomini.

Questo è il traguardo della parità di genere.

Questo è il punto che è importante ribadire oggi, nella Giornata internazionale delle donne.

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