Devianze giovanili: la teologia della forza

Relazione alla tavola rotonda “Rete e responsabilità“

La condotta di “bullismo” è strettamente sussumibile nell’alveo descrittivo ed applicativo della fattispecie di “atti persecutori”, di cui all’art. 612 bis c.p., come del pari
quella cd. di “cyber-bullismo”, ove naturalmente gli agiti posti in essere dal minore
integrino i requisiti strutturali della fattispecie di reato.
Tutta l’impostazione teoretica del diritto minorile è proiettata alla tutela dell’integrità fisio-psichica del minore, autore o vittima del reato che sia, e quindi non esclusivamente alla mera repressione delle condotte illecite.
Non c’è reato commesso dal minore che non sottintenda ed esprima sofferenza,
dolore, disagio. Il reato del minore consente di scrutare la devianza nella sua genesi primordiale, come incipit esistenziale di un percorso alterato da fattori, spesso
concomitanti, che inoculano nel minore una distorta visione di sé stesso, dell’altro,
della società.

(…)

Leggi e scarica qui la relazione integrale pubblicata sul Quaderno allegato al fascicolo n. 1/2023 de La magistratura sangermano

Scarica qui l’intero speciale dedicato al XXXV Congresso annuale dell’ANM, ottobre 2022 https://lamagistratura.it/wp-content/uploads/2023/04/quaderno-1-la-magistratura-2023-1.pdf