“Io pm partecipo allo sciopero anche per gli avvocati”

costa1ftg/IPA

Sciopero dei magistrati: l’intervento di Paolo Toso al Palagiustizia di Torino

Io pm partecipo allo sciopero anche per gli avvocati, e proprio per quelli che vogliono la riforma per “l’innovazione di una giustizia autoreferenziale che non risponde ai principi di un processo equo né alle reali esigenze di una democrazia moderna”.1

Perché spero che quegli avvocati, quando dovranno difendere i loro assistiti, non abbiano mai a che fare con un pubblico ministero “referenziale”, cioè orientato verso un referente, invece che autoreferenziale. Perché da un pm “referenziale”: il cittadino orientato verso lo stesso referente potrebbe ricevere garanzie di tutela delle sue aspettative, anche a prescindere dal diritto ad ottenerle; invece il cittadino non referenziato, pur valendosi di un ottimo avvocato, e pur meritandole, potrebbe rischiare di non averle. E allora tutta la preparazione giuridica, e tutta la dedizione al caso del loro cliente che quegli avvocati sapranno prestare, non serviranno a molto; la referenzialità che loro stessi oggi auspicano è immune al diritto. Lo aggira, risponde solo alla legge del più forte. Autoreferenziale: “che si riferisce solo a sé stesso ignorando il resto.”2

In che misura un processo diverrebbe equo con una giustizia che invece di ignorare “il resto” ci si riferisse? A me piuttosto pare iniquo il processo in cui, oltre a ciò che proviene dalla giustizia stessa (le prove), si debba tener conto di quel “resto”; e mi pare incostituzionale che il pm venga avvicinato per legge a quel “resto”, invece di assicurargli una condizione che gli consenta di ignorarlo. Certo, taluni magistrati in passato si sono avvicinati, anzi avvinti a quel “resto”. Quegli avvocati sono stati tra i primi a condannarli. E giustamente. Ora, secondo loro, la democrazia moderna avrebbe bisogno che una parte dei magistrati venisse separata dall’altra; che il potere giudiziario venisse smembrato, per non essere più autoreferenziale; che un suo ramo venisse sradicato dal tronco e impiantato altrove. Con quale conseguenza, se non che da quell’altrove, molti magistrati rischieranno di doversi relazionare a quel “resto”, molti di più di quelli vi si erano disgraziatamente avvinti? E che le foglie di quel ramo separato potranno essere “potate” senza dover affrontare il tronco intero, quando non si relazionassero adeguatamente? Io so che la democrazia si fonda sul principio di separazione dei poteri. Quella moderna prevedrebbe il primato di un potere cui occorrerebbe relazionarsi? Se così fosse, anche il diritto di difesa del cittadino, di cui gli avvocati sono tra i massimi garanti, soccomberebbe davanti a quel primato. Ma forse costoro auspicano anche un’avvocatura referenziale, vassalla di quel primato. Per questo sciopero anche per quegli avvocati, sebbene non me lo abbiano chiesto ed anzi disapprovino la mia scelta: perché credo anche nella loro autonomia e indipendenza, e ne ho bisogno, per essere un magistrato giusto.

1 Comunicato Unione Camere Penali del 25.1.2025

2 Vocabolario Garzanti